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La Turchia è inestricabilmente legata all’Europa, con l’Italia vi sono inoltre da sempre dei paralleli storici e geografici che avvicinano ancora di più i due paesi Basti pensare all’Eneide, all’Impero Romano, o alle linee costiere delle due nazioni che si estendono per migliaia di chilometri nel Mar Mediterraneo.

Questo ha reso quasi inevitabile che l’interscambio commerciale si sia sviluppato sin dall’antichità in maniera vivace e proficua. In tempi più recenti gli investimenti europei in Turchia sono andati crescendo a partire dagli anni ‘60. L’interscambio con l’Italia nel 2019 è stato di € 19 Miliardi e con l’Europa di € 138 Miliardi.

Ma se il commercio è sempre esistito ed è anche andato crescendo, quali sono i motivi che dovrebbero rendere gli investimenti particolarmente interessanti nel 2021?

Oltre alle motivazioni tradizionali quali il fatto che si tratta di un paese giovane (il 50% della popolazione ha meno di 32 anni) con un vasto mercato domestico ci sono oggi 3 ragioni che dovrebbero spingervi ad investire nel 2021 in Turchia.

La Turchia è un mercato vicino

Durante gli ultimi decenni il processo di globalizzazione ci ha portato, per una questione di costi, ad allontanarci sempre di più dai nostri siti di produzione e dai nostri mercati principali. Questo sia per acquistare materie prime che per produrre. La pandemia invece ci ha mostrato quanto sia importante avere delle filiere bilanciate che prevedano la possibilità di rivolgersi rapidamente a fornitori in prossimità e ridurre in questo modo il rischio di interrompere la produzione e di non poter fornire al mercato i nostri prodotti.

La Turchia è conveniente

Il crollo della lira turca rende il paese estremamente conveniente, sia per acquistare prodotti che per investimenti a lungo termine. Questo, aggiunto ad una manodopera abituata agli elevati standard europei, fa di questo paese una scelta quasi imprescindibile se si è alla ricerca di alternative.

Il governo turco vuole favorire gli investimenti esteri

Il governo turco ha iniziato una campagna di incentivi e di riforme su larga scala con il dichiarato obiettivo di ridiventare uno dei principali hub regionali e centri di attrazione per investimenti stranieri. Se a questo vogliamo aggiungere l’intenzione di ritrovare una politica monetaria più tradizionale con l’effetto probabile di un rafforzamento del cambio della Lira verso Euro e Dollaro, vediamo che, a meno di sconvolgimenti ora non prevedibili, il momento giusto per avvicinarsi a questo mercato è il 2021.

In quali settori conviene investire in Turchia?

Per rispondere a questa domanda si deve chiarire quale sarà l’obiettivo principale, se sarà vendere sul mercato locale, se sarà l’esportazione o anche l’acquisto di prodotti.

Nel primo caso è importante analizzare quali sono i prodotti che vengono importati in Turchia.

Nel 2019 la Turchia ha importato merce per un valore pari a 200 miliardi di € di cui il 50% dall’Europa. Escludendo oli minerali, gemme e metalli preziosi, i prodotti più importati sono stati i macchinari. All’interno di questa categoria troviamo una crescita unicamente nell’importazione di computer e di motori a pistoni.

La seconda categoria più importata sono equipaggiamenti elettrici, all’interno di questa categoria l’unica categoria in crescita sono gli accumulatori elettrici per un totale di 0,5 Miliardi di €. I prodotti farmaceutici sono invece quelli maggiormente cresciuti in valore, ma si tratta di un mercato complicato essendo i prezzi di vendita regolamentati.

Se si è interessati ad esportare o anche ad acquistare dalla Turchia il settore trainante è l’automotive seguito da macchinari compresi i computer, macchinari elettrici, articoli di ferro e acciaio, tessile e prodotti in plastica. In crescita rispetto all’anno precedente soprattutto gli articoli in plastica ed i macchinari compresi i computer. In forte declino a causa della chiusura del mercato americano i prodotti in ferro ed acciaio.

Fulvio Villa